martedì 25 maggio 2010

Bordello? perché no?

lucaderiublog.blogspot.com_casa chiusa
I giorni per la chiusura dell’anno fiscale 2009 sono ormai al termine e tra meno di un mese, ci troveremo a dover pagare, al nostro Paese, il dovuto compenso per il servizio che quotidianamente ci offre. In questi giorni di marasma tra fatture, scontrini, ricevute, ritenute e chi più ne ha, più ne metta, mi trovo a pensare a nuove forme di business che, in qualche modo, potrebbero aiutare lo Stato ad aumentare le entrate. Giusto ieri stavo cercando online immagini di riferimento per un nuovo progetto che seguiremo a breve e mi sono inoltrato in una ricerca insolita: i bordelli.

Approfondendo l’argomento online ho scoperto che di recente in Germania ci sono state manifestazioni nei confronti della riduzione degli stipendi per le libere professioniste di questo settore; le “libere prostitute” sostengono che la riduzione massiccia dell’importo a loro dovuto dalle case chiuse, rappresenta un’umiliazione nei confronti dei diritti umani, per quanto riguarda il noleggio/affitto del proprio corpo.
Non voglio entrare nel merito dei diritti umani, argomento che porterebbe ad un dibattito infinito, senza dar luogo di fatto a conclusioni pratiche (i fatti e gli avvenimenti globali ne sono una conferma). Preferisco entrare nel merito di altri aspetti economici, sociali e legati al benessere: 
 lucaderiublog.blogspot.com_mattino




ECONOMIA
Il sesso è piacere, il piacere è business.
Tutti lo sappiamo, anche se inconsciamente, ma pochi lo ammettono. Parlare di sesso spesso implica una sorta di imbarazzo e un forte tabù, ma bisogna ammetterlo: a tutti piace avere un rapporto sessuale. Il mercato del sesso rappresenta una delle attività più antiche della storia e, in alcuni casi, rappresenta un’attività molto redditizia, spesso tralasciata volontariamente nei libri di testo scolastici. Si tratta di un argomento che passa tra le righe, ma che ha contribuito al progresso, o perlomeno alla stabilità economica dei Paesi.
In Italia il mercato del sesso “legale” è bandito, ma non per il fatto che agli italiani non vada l’idea di avere rapporti carnali (siamo probabilmente il popolo più famoso al mondo per il turismo sessuale), bensì per il fatto che siamo “tutelati” da una serie di tabù e rigide discipline, attuabili a discrezione soggettiva.

Eppure in Italia il mercato del sesso non manca. Da alcuni mesi noto a Milano, l’aumento esponenziale di centri massaggi orientali. Personalmente non ne ho mai frequentato uno, ma ciò che succede al loro interno è abbastanza chiaro. Ho visto programmi televisivi che trattano in modo più o meno ironico l’argomento e con i miei occhi ho visto più volte uomini incappucciati correre dentro nei centri, col timore di essere riconosciuti.
Il problema dei centri massaggi orientali a mio avviso? nessuno.
Il problema della mancanza della legalizzazione di case del piacere? molti!
In prima analisi, non capisco bene il perché in Italia non possiamo avere dei centri che permettano di tutelare le ragazze (e anche i ragazzi) che ci lavorano. Il mercato c’è ed è evidente, eppure nessuno sembra far nulla contro lo sfruttamento ed il maltrattamento di queste persone.
NOTA BENE: I TITOLARI DEI CENTRI DOVREBBERO SOSTENERE BIMESTRALMENTE ANALISI O INDAGINI FINANZIARIE E IGIENICHE ADEGUATE. 

Se ci fermiamo un momento a riflettere sulla condizione morale e psicologia di queste persone, sul trattamento che riserviamo a loro, sui costi del pattugliamento, controllo ed espatrio, e sul mancato ricavo economico (in termini di tassazione e fiscalità) di prestazioni che comunque vengono effettuate, la cosa è veramente allarmante. Forse sarebbe il caso di rivedere i nostri tabù.
Tra meno di un mese tutti gli italiani pagheranno una quantità considerevole di tasse, basate sul profitto “pulito”, il che significa che chi ha un’attività legale (e la usa legalmente, cose assai diverse tra loro) versa in tasse una parte dei propri profitti.
Il mercato del sesso, uno dei più corposi (in senso economico), non prevede entrate nelle casse dello stato, ma solo uscite.
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SOCIALE
Uno degli aspetti che bloccano il concetto delle case chiuse è quello della “sottrazione di terreno”, analogamente a quanto avviene con i campi nomadi.
Chi vorrebbe vivere vicino ad un bordello?
Secondo il mio parere, anziché rispondere a questa domanda, dovremmo porcene tante altre del tipo:
Chi vorrebbe vivere vicino ad una tangenziale ingorgata 24 ore al giorno?
Chi vorrebbe vivere in una zona malfamata (spesso proprio a causa di questo mercato nero)?
Chi vivrebbe vicino ad un Casinò (non lussuoso, ma qualcosa tipo Bingo o Punto Snai)?
Chi vorrebbe vivere nel caos e nel rumore?
E se pensare a noi ci fa sentire eccessivamente egoisti, possiamo provare a pensare ai nostri figli, ai loro compagni di scuola e così via.  

Dal punto di vista psicologico, penso che questo tipo di centri del benessere potrebbero aiutare ad uno stile di vita più rilassato, non solo per i maschi più esigenti, ma anche per le donne più emancipate.
Girando per le vie del centro di Milano, spesso osservo i volti delle persone: abbiamo tutti uno sguardo da persone “arrivate” o “realizzate” eppure secondo me, tanti avrebbero bisogno di una buona “ripassata” in uno di questi centri…il giorno seguente tutto funzionerebbe:
Il servizio postale diventerebbe più preciso, in banca potremmo ricevere una considerazione adeguata, i treni arriverebbero in orario e le carrozze potrebbero essere pulite, il sistema scolastico inizierebbe a funzionare, in mezzo al traffico tutti canterebbero all’interno delle proprie vetture, la gente fischierebbe per strada, le donne inizierebbero a sorridere di più e la gente si toglierebbe quello sguardo diffidente e di sfida, mentre lo Stato avrebbe un notevole contributo in più verso le proprie casse: facendo sesso, possiamo aiutare il nostro Paese e gli aiuti umanitari…è incredibile.
Ovviamente lascio a voi eventuali maliziose estensioni politiche. 
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BENESSERE
Indubbiamente non è detto che queste case chiuse debbano avere una reputazione malfamata ed essere sinonimo di malattie sessuali.
Gli ambienti potrebbero essere riscaldati, climatizzati, forniti di servizi non esclusivamente ad uso sessuale. Potrebbe essere prevista una visita mensile da un medico interno, analisi del sangue, spazi ricreativi, bar interno ben fornito, servizio in camera..insomma un centro benessere completo. Se ci pensiamo bene, potrebbe essere un sistema vantaggioso per tutti: clienti, dipendenti, manager e Stato.

In fondo, sappiamo tutti benissimo cosa ci attende prima o poi, quindi non sarebbe il caso di vivere meglio? Alcuni di noi già lo fanno, fregandosene del prossimo. Io non voglio ovviamente incentivare questo atteggiamento, bensì i benefici che comporterebbe la liberalizzazione del mercato del sesso…pensateci!

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